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COSA STA ACCADENDO IN IRAQ ?
Riflessioni dei ragazzi di terza



Un anno fa sui balconi e sulle finestre delle case sventolavano le bandiere con l’arcobaleno della pace perché ancora c’era la speranza di far cambiare idea al governo e fermare l’intervento armato in Iraq, ma ora quella speranza a poco a poco si è spenta e l’Italia si trova più che mai coinvolta in questa guerra.
Infatti pochi giorni fa quattro italiani sono stati catturati e a nulla è servito dir “Italians, Italians” perché i terroristi volevano proprio noi. Di quei quattro ostaggi, mercoledì uno è stato barbaricamente ucciso dai seguaci di Saddam, gli altri tre sono ancora prigionieri e verranno liberati solo se l’Italia porterà via le truppe dal Paese.
Naturalmente l’Italia al ricatto non cederà mai essendo una democrazia. In qualità di democrazia forse però chi ha deciso questo intervento avrebbe anche dovuto legittimarlo e invece il nostro governo non ha voluto schierarsi con le nazioni definite da Bush “canaglie”, affiancando così l’America nella sua missione.
Soprattutto si è voluto avvicinare America e Italia e così non solo non si è fatto caso a chi la guerra la ripudiava, ma si è anche violato l’articolo 11 della nostra Costituzione, ossia che il nostro Paese non può “usare” la guerra come strumento di offesa ad altri popoli… Se questa è democrazia!
Si dice che tra poco i terroristi inizieranno a colpire anche l’Italia e allora si dovrà ricorrere ai rimedi perché purtroppo quella è gente spietata, che conosce solo l’odio.
Intanto serpeggia la paura e si teme quella fatidica data “30 giugno”, ossia il giorno del passaggio di consegna del Governo nelle mani dei soli Iracheni, ma dopo? 
Io non credo proprio che gli Americani lascino l’Iraq con tutti quei soldi spesi per la guerra “preventiva” che si è rivelata essere un vero e proprio fallimento, una guerra sbagliata.
Morti nelle città, come sta avvenendo a Falluja, sia tra civili Iracheni che tra soldati, continui spari e stragi, per ottenere cosa? Se loro la volevano realmente la democrazia se la sarebbero guadagnati e come abbiamo fatto noi con le guerre del Risorgimento. Ma forse questo non è stato un intervento solo per aiutare, sicuramente c’è qualcos’altro sotto (per esempio un interesse economico), altrimenti non si spiegherebbe niente.
Non rimane che aspettare e vedere cosa succederà. Si spera che le cose migliorino… si spera che ritirino le truppe… ma si sa già che ci saranno riserve e non succederà… e allora in cosa si può sperare?
Che ai “potenti della Terra” venga un po’ di senno e che per un attimo riflettano su quanto è successo, succede e succederà… che si mettano una mano sulla coscienza e pensino che questa guerra è solo un’inutile perdita di uomini e di sangue e che ammettere di aver sbagliato non è da deboli… ma da persone forti!

 

Rossana Gnemmi 

 

Capita di avere problemi e anche il mondo ne ha parecchi attualmente: lo sfruttamento dei minori, le guerre, gli odi tra Stato e Stato, le 
incomprensioni tra partito e partito, i conflitti all'interno di un'unica Nazione.
Quante bandiere con la scritta "PACE" si affacciavano dai balconi di tutta Italia, venivano usate come mantello nelle manifestazioni, e sventolate nelle vie del Paese nell'intento che quella voce giungesse alle sorde orecchie dei potenti.
Era il 2002, e quell'anno l'America, con il consenso del governo italiano, attaccò l'Iraq, provocando una rovinosa guerra che coinvolse militari e 
soprattutto civili in un brutto conflitto, in cui venivano utilizzate delle "bombe intelligenti", incaricate di distruggere un nemico "pericoloso". Era la guerra più terribile, mai prima di allora sperimentata e basata sul nulla: la Guerra Preventiva.
Nonostante l'ONU non avesse trovato armi di distruzione di massa in Iraq e quindi dato il consenso all'America, gli USA mossero ugualmente contro lo Stato.
Dietro alla Guerra Preventiva, si nascondeva forse quella per il profitto?
Ed ora vi sono le conseguenze più gravi: gli attentati.
Madrid è già stata colpita e si ha il timore che il prossimo Paese sulla lista sia l'Italia. Intanto in Iraq continuano le stragi.
Un gruppo terroristico ha fatto prigionieri uomini di tutti i Paesi che sono attualmente nello Stato come cobelligeranti. 
I Giapponesi sono stati liberati quasi subito, mentre un Italiano è già morto.
In tutto l'Iraq imperversano paura e terrore. E mentre i soldati e i civili muoiono i politici litigano tra loro! Ormai l'Iraq può paragonarsi a una colonia, ove i colonizzatori tendono a fare rispettare le loro leggi e la loro cultura. 
E' giusto tutto ciò?

 

Chiara Venanzetti

Guerra. Cosa si può dire di questa stonata parola nel mondo?
Dire che è ingiusta ed orribile sono capaci tutti, ma come si fa a fermarla o, addirittura, ad evitarla veramente?
Anche quella che poteva risultare una facile vittoria da parte degli Stati Uniti è divenuto un fallimento.
Un fallimento motivato dalla sottovalutazione degli iracheni, che si sono rivelati ben più forti di quanto ci si aspettasse.
Ora gli iracheni arrabbiati iniziano ad uccidere, a rapire e a sequestrare civili. È l’esempio di Fabrizio Quattrocchi, il primo (e si spera l’ultimo) ostaggio italiano ucciso. Ora ne rimangono tre di sequestrati, e stando alle ultime notizie pare che lo Stato italiano si stia impegnando per trattare con gli iracheni per salvarli.
Chissà se davvero qualcosa cambierà, se non subiranno la fine di Quattrocchi.
La sua triste fine ha portato rabbia e tristezza nella famiglia.
Dicono i parenti; “quella che si vedeva nei suoi occhi non era paura mal nascosta, ma rabbia.”
Sarà forse stata la rabbia che provava verso i carcerieri, sapendo che se doveva morire lo faceva per una causa ingiusta.
Ora i parenti rivogliono il corpo ed hanno ragione a chiederlo, ma gli iracheni accetteranno?
Non si sa! 
Anche nelle altre famiglie dei rapiti c’è aria di malinconia e di tristezza, aspettano il proprio caro, che senz'altro attende spaventato di poter tornare a casa tra le loro braccia.
Sono state molte le conseguenze di questo conflitto, troppe a mio parere.
Ora direi allo Stato di trovare un modo, una soluzione per poter salvare chi ancora di “Noi” sta là.
Questo appello andrebbe fatto non solo agli italiani ma a tutti i Paesi in guerra: “E' ora di smetterla, siate un po’ meno egoisti.”

 

Cinzia Ferraroli

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