L'opinione:  Che noia… quelle domeniche ai centri commerciali!!!  

ANALISI DI UN FENOMENO

shoppingAlcune ragazzine di prima hanno sentito l'esigenza di far arrivare un messaggio ai loro genitori circa la noia che provano nell'accompagnare tutte le domeniche gli adulti a fare gli acquisti ai centri commerciali.
Vi proponiamo dapprima la lettera e poi, a partire da essa, tenteremo un'analisi sul perché questi centri commerciali abbiano un’alta utenza, anche e soprattutto nei giorni festivi, e forniremo alcune ulteriori riflessioni sull'importanza di condividere momenti diversi e significativi con i figli. 

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Lettera aperta ai genitori…

Cari genitori,
vorremmo confidarvi una cosa che ci dà molto fastidio: andare in giro per negozi con voi alla domenica !!!
Voi pensate solo a voi stessi e non tenete conto delle nostre esigenze !!!
Noi la domenica pomeriggio vorremmo divertirci a modo nostro: ci piacerebbe andare in giro con gli amici, o anche stare sul divano a guardare la televisione !!!
Voi ci dite che restiamo fuori solo per un’ora, invece, giriamo tutto il pomeriggio !!!
Ci piacerebbe rilassarci diversamente dopo una settimana di scuola passata a studiare e a fare i compiti . Non vi sembra giusto!
Lo sappiamo, anche voi volete fare le vostre cose, ma se andaste a fare la spesa da soli ?
Perché non ci consentite di restare a casa o di andare in giro con le amiche?

Cari genitori, aspettiamo le vostre risposte.

Eleonora, Giulia, Ilaria

Il fatto che i centri commerciali abbiano in sé un forte richiamo per la gente è evidente a tutti, non c'è che da trovarsi nei pressi di una di queste strutture, e vedere il numero impressionante di auto parcheggiate negli immensi spazi antistanti e l'andirivieni di persone.
Ma cosa determina una così alta frequenza? Qual è il motivo del successo, anche domenicale, di tali magazzini? 
La risposta sta forse nel particolare fascino che tali luoghi suscitano nella gente.
Un fascino che deriva da una componente più razionale e da un bisogno più interiore e nascosto dell'individuo.
Dal punto di vista razionale, l’affluenza è connessa ai ritmi della vita odierna, sempre più stressanti, che consentono sempre minor tempo da dedicare agli acquisti. 
Quel luogo diventa allora comodo, perché assembla tutti i negozi in un unico spazio, e consente di economizzare il tempo per gli acquisti.
Dal punto di vista psicologico, invece, la fortuna di questi luoghi è connesso ad aspetti più profondi della nostra psiche e ai nostri desideri più nascosti:
i centri, a ben vedere, non sono dei luoghi, ma dei “non luoghi”. Luoghi sospesi, artificiali, lontani un mondo dalla realtà. Quella realtà, che ben sappiamo, genera spesso conflitti e tensioni.
Il centro commerciale, con le sue luci artificiali, le sue musiche, i suoi spazi, è una dimensione diversa, sospesa, un altrove che consente all’utente una dimensione piacevole, lontana dal quotidiano, una dimensione quasi magica e di sogno, ove regna l'abbondanza di tutto.
Il centro è ,a ben vedere, una sorta di Paese della Cuccagna. 
E' però anche, e soprattutto, una condizione passiva, che inibisce forme di comunicazione più autentica. Una dimensione che può indurre a messaggi diseducativi, come quello che tutti i bisogni possono trovare rapida e indolore soddisfazione, e che certamente, se diventa l'unico spazio di comunicazione con i ragazzi, può compromettere gli scambi più autentici di relazione nel versante affettivo-educativo. Quegli scambi così fondamentali per i ragazzi!
Ecco allora, richiamando alla memoria, la lettera delle nostre alunne, che si può condividere con esse un loro diritto ad avere momenti ludici diversi, altri dal centro commerciale, che non siano certo, come viene dalle ragazze reclamata la sola televisione ( e questo potrebbe essere lo spunto per una successiva riflessione).
Il messaggio ultimo sulla questione presa in analisi è che SE I CENTRI COMMERCIALI SONO DIVENTATI INDISPENSABILI NELLA VITA ATTUALE, NON DOVREBBERO COSTITUIRE L’UNICA MODALITA' DI SVAGO DA CONDIVIDERE CON I FIGLI .
Insieme si potrebbero scoprire modalità diverse dello "stare insieme", combinando il piacere della scoperta del bei luoghi, all'interno delle nostre città o in mezzo alla natura, con l'intensità e vitalità delle relazioni di cui tutti ( e maggiormente i ragazzi) necessitiamo.



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Pubblicato da Redazione - martedì 05 dicembre 2006 - 15:31:46
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