Cineclub:  Film: La Foresta di smeraldo  

Copertina La Foresta di smeraldo (1985)
Un film di John Boorhan

Il film, basato su una storia realmente accaduta nel 1972, inizia presentando la figura di Tommy, un ragazzino di sette anni, che si trovava nella città di Manaus, in Brasile, nel cuore della foresta Amazzonica.
Lì suo padre, un importante ingegnere, aveva progettato un enorme diga sul Rio delle Amazzoni. Per la sua costruzione erano al lavoro intere squadre di operai che, giorno dopo giorno, abbattevano con grossi bulldozzer i numerosi alberi della foresta, che venivano facilmente sradicati a causa del terreno spugnoso.

Un giorno Tommy, mentre stava giocando ai margini della foresta, fu rapito da un indios della tribù degli Invisibili.
Il padre non riusci a salvarlo e da lì in poi, per dieci lunghi anni, continuò a cercare il figlio, ma senza successo.
Intanto Tommy era cresciuto insieme alla tribù degli Invisibili, dove aveva imparato la lingua, la cultura, la religione e tutti i segreti di quel popolo, integrandosi perfettamente. Gli Invisibili erano un popolo pacifico, ispirato da una religione di tipo aministico, cioè che credeva negli spiriti della natura ( nel caso degli Invisibili in particolare negli spiriti degli animali, come il giaguaro, il falco, ecc…).
Vivevano in capanne circolari, senza le pareti, che descrivevano al loro interno un ampio cortile.
C’era un rito d’iniziazione che i giovani, all’età di circa 17 anni, dovevano fare per diventare uomini. Durante questo rito, dopo una danza, l’individuo doveva aspirare dal naso fumi che “ liberavano l’animale che era in lui “e iniziava ad avere esperienze allucinatorie.
Tommy, durante il suo rito di iniziazione si immedesimò in un falco e gli apparve il posto in cui c’erano le pietre sacre della tribù degli Invisibili, che gli Indios usavano per tingersi e mimetizzarsi nella foresta. Il padre di Tommy, un giorno, partì definitivamente alla ricerca del figlio, promettendo che non sarebbe tornato senza di lui. Dopo essere fuggito dalla tribù dei Feroci, un popolo di cannibali, e aver superato diversi ostacoli, finalmente rincontrò il figlio, che era partito alla ricerca delle pietre sacre. 
Tommy si ricordo così le sue origini. Tornati al villaggio, gli Invisibili curarono il padre, che si era ferito in uno scontro con i Feroci .
Tommy si sposò con Kalahiri. Era arrivato il momento in cui il padre di Tommy doveva tornare a casa, ma Tommy non voleva andare con lui: gli Invisibili erano ormai diventati la sua famiglia.
La decisione fu quella di riportare il padre nel “mondo delle termiti”, nome con cui gli Indios indicavano il mondo dei bianchi, che vedevano come termiti che mangiavano la foresta.
Così somministravano delle droghe naturali al padre di Tommy, ( che diversamente non avrebbe sopportato il lungo viaggio nella foresta verso il mondo dei bianchi) 
lo addormentarono e si avviarono per riportarlo nel suo mondo, lasciando solo le donne al villaggio .
Intanto il popolo dei Feroci, (che già da molto tempo era in contatto con i bianchi, dacché essi avevano loro abbattuto la foresta dove cacciavano), si rivolse ad un commerciante brasiliano per chiedere di avere delle armi da fuoco e alcol.
La richiesta fu accettata ma solo in cambio di ragazze indios, che il commerciante avrebbe usato per il fenomeno della prostituzione.
Così il popolo dei Feroci approfittò dell’assenza degli uomini e attaccò il villaggio degli Invisibili, rapendo le ragazze e uccidendo le donne più vecchie.
Quando gli uomini tornarono al villaggio era troppo tardi.
Nel popolo degli Invisibili era tradizione bruciare i cadaveri dei morti, prenderne la cenere, farne una bevanda e berla, in modo che le loro vite continuassero nei discendenti. È ciò che fecero gli uomini rimasti.
La sera stessa gli Invisibili andarono dal commerciante cercando di trovare le loro campagne, ma non ci riuscirono. Furono invece attaccati dal popolo dei feroci, che con le nuove armi uccisero molti Invisibili.
Il giorno dopo Tommy e un suo amico partirono per la città di Manaus per chiedere aiuto al padre, essendo loro troppo deboli per contrastare la tecnologia.
La periferia di Manaus era un luogo squallido: era piena di baracche e di bidonville.
I due furono inseguiti da una folla di abitanti del posto, ma fortunatamente trovarono riparo nell’abitazione di un uomo che tempo addietro faceva parte di una tribù indigena distrutta dall’abbattimento della foresta. Lui li aiutò a trovare il padre di Tommy, che riuscì a liberare le ragazze rapite dai Feroci. Il film conclude in un modo strano: infatti il padre di Tommy, pentitosi di aver distrutto con la costruzione della diga lo spazio vitale delle tribù indigene fece scoppiare la diga, la cui costruzione era quasi stata completata.
Riflessione
Questo film ci fa riflettere su due importanti aspetti: in primo luogo sul conflitto fra la natura e la civiltà dei bianchi, cioè di come l’uomo bianco, solo per guadagnare, abbattendo decine di chilometri di foresta, provochi la decimazione di molte tribù indigene e un pesantissimo danno ambientale a livello mondiale.
In seconda battuta ci fa capire il forte squilibrio tra le civiltà, quella dei bianchi, tanto avanzata tecnologicamente, quanto arretrata in cultura e ideali, e quelle delle tribù indigene, basata su cose semplici quanto perfette.
Si può vedere nel film come la civiltà degli indigeni venendo in contatto con quella dei bianchi perda la fiducia in se stessa e prenda le parti peggiori della civiltà moderna (come l’alcol) autodanneggiandosi. Ad essi non rimane che la nostalgia per quel “paradiso perduto” che avevano un tempo. 

Lorenzo Duso



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Pubblicato da Redazione - sabato 21 aprile 2007 - 11:31:13
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