Gite scolastiche:  Gita a Milano  

Il giorno 4 aprile le classi terze si sono recate in gita a Milano.
L’uscita comprendeva una visita della città nelle sue opere più celebri (come il Duomo e la Galleria), un itinerario nei luoghi manzoniani e un ingresso al Museo della Scienza e della Tecnica.
Nella mattinata il pullman ci ha lasciati davanti all’imponente Castello Sforzesco, da cui siamo partiti alla volta della città. 
Accompagnati da una guida, abbiamo osservato la casa in cui visse Manzoni e i luoghi che hanno segnato l’avventura di Renzo (il protagonista del celebre romanzo “I promessi sposi”) in città. In particolare siamo stati guidati a scoprire i punti ove sono avvenuti i fatti relativi all’assalto ai forni del 1628 ed in particolare abbiamo osservato che al posto dell’antico Forno delle grucce (così chiamato per il particolare strumento utilizzato dai fornai dell’epoca) ora c’è un negozio di abbigliamento. In piazza dei Mercanti siamo rimasti colpiti da quello che è il più importante dei simboli di Milano: la scrofa semilanuta. Abbiamo concluso il percorso manzoniano osservando quella che fu un tempo la casa del Vicario di provvigione, l’uomo ritenuto colpevole del rincaro del pane, che fu il motivo della rivolta del popolo milanese di quel tempo. Tra i monumenti più famosi della città uno sguardo è andato al Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele, progettata dall’architetto Mengoni della quale vi alleghiamo una scheda architettonica.
Proseguendo il cammino, dopo un breve ristoro al sacco, ci siamo diretti al Museo della Scienza e della Tecnica. Là abbiamo visitato il settore dedicato all’energia e in un secondo momento siamo stati intrattenuti con un laboratorio sull’elettricità. Questa parte della giornata è stata interessante in quanto abbiamo sperimentato delle leggi della fisica.
Dopo aver visitato il Museo, assecondando le pressanti richieste di alcune nostre compagne, ci siamo trasferiti in Piazza del Duomo ove stavano trasmettendo in diretta un programma musicale su RTL.
Mentre la maggior parte di loro si dibatteva per attirare l’attenzione del cameraman, alcuni di noi si sono recati alla famosa libreria Feltrinelli all’interno della Galleria.
Tra una cosa e l’altra, purtroppo, il tempo limite a nostra disposizione era scaduto. Non rimaneva che incamminarci verso il pullman dando un ultimo sguardo al magnifico castello.

Galleria Vittorio Emanuele

La Galleria Vittorio Emanuele, chiamata più semplicemente “la Galleria”, è una delle opere pubbliche più conosciute di Milano. Essa risale al 1800 e collega piazza Duomo a piazza la Scala. È riconducibile ai famosi passaggi parigini ottocenteschi, con la differenza che la Galleria di Milano ha avuto molto successo, al contrario di questi ultimi, falliti per la loro ristretta dimensione e il poco utilizzo chegli hanno lasciati come ambienti degradati. La Galleria, paragonabile ad una strada coperta, già all’inizio era un punto di incontro e di commercio ove luce, colori, ricchezza, lusso segnavano l’ambiente raffinato. 
La Milano ottocentesca avvertiva la necessità di allinearsi con le altre importanti città europee. All’epoca Milano era sotto il dominio austriaco, e furono proprio gli austriaci a pensare ad un’ opera pubblica per “tenere a bada” i milanesi.
Inizialmente si pensò di sistemare piazza Duomo, poi si costruì piazza la Scala. Con le successive guerre d’indipendenza la questione fu abbandonata. Sorse solo poi l’idea di collegare le due importanti piazze: piazza Duomo e piazza la Scala.
Entrarono in concorso numerosi architetti, ognuno dei quali presentò il proprio progetto. Già in partenza si interessò al progetto” Dante” dell’architetto bolognese Giuseppe Mengoni. Mengoni pensa a una strada coperta che collegasse piazza la Scala a piazza Duomo. Il suo progetto prevedeva anche due archi di trionfo alle entrate.
La Galleria ha due assi: quello nord-sud, detto laico, e quello est-ovest, detto cattolico. Il progetto di Mengoni viene approvato. Per realizzare la Galleria bisognava attraversare tre fasi: espropriare ai proprietari gli edifici presenti nella zona prevista per la realizzazione dell’opera; abbattere gli edifici; costruire l’ opera. Qui entrò in gioco una società londinese, che realizzò l’intero progetto in soli due anni, un tempo brevissimo se si considera la tecnologia dell’epoca e in cambio ricevette la proprietà degli edifici, mentre la strada rimase al comune di Milano.
Secondo Mengoni la Galleria doveva essere un luogo di ritrovo e di negozi, da qui l’esigenza di avere una pianta flessibile, in cui accorpare o dividere senza problemi più locali. A tal fine nacque la necessità di occupare il minor spazio possibile con le strutture adibite al sostenimento dell’ opera, cosa che si realizzò con l’impiego di una linea costruttiva in muratura armata, capace di reggere una grande quantità di peso.
La copertura è in ferro, poi perfezionata da un’ industria siderurgica di Parigi,la città che ai tempi era considerata la “capitale del ferro”. In soli sei mesi si montarono tutte le cupole. La pavimentazione è in marmo, con decorazioni e ottagoni di vetro,attuate per dar luce ai magazzini sottostanti.
Gli archi alle entrate, su cui Mengoni insisté tanto, furono realizzati dieci anni dopo e si dimostrarono un fallimento: infatti nascondevano gran parte dell’ opera. Mengoni morì cadendo da un’impalcatura dell’arco.
Gli edifici di fronte alla piazza vennero demoliti con la visita del kaiser Guglielmo I avvenuta qualche anno dopo. 

Lorenzo Duso e Francesco Tacchino

Galleria Fotografica


Galleria Vittorio Emanuele

Galleria Vittorio Emanuele

Duomo visto dalla Galleria

Monumento a A. Manzomi

Casa in cui visse Manzoni

Targa

Forno delle grucce

La scrofa semilanuta

Foto di Paolo Grazioli



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Pubblicato da Redazione - martedì 24 aprile 2007 - 16:13:28
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