Racconti:  RIVIVIAMO LA CONQUISTA DEL WEST  

titolo conquista del west
Jack è un personaggio di fantasia creato dalla fervida immaginazione di Francesco, un mio compagno di classe. 
Jack è un sergente dell''esercito americano che, stancatosi della vita militare, diserta.
Arrivato alla Frontiera conoscerà da vicino il mondo dei pellerossa …

DAL DIARIO DEL SERGENTE J. BROWN
PRIMA PUNTATA
 

6 Luglio 1883


Sono il sergente Jack Brown, del 40° reggimento dell’esercito americano. Stiamo marciando da Porter Gate da sei lunghi giorni ed il paesaggio si fa sempre più ostile e selvaggio. Mi hanno dato questo diario per annotare tutte le mie esperienze al fronte. Non ci siamo ancora imbattuti negli indiani… C’è un odore strano nell’aria. Beh, forse è l’odore della carne putrefatta dei bisonti che abbiamo ammazzato la notte scorsa, oppure è la pelle che sta bruciando nella brace. No, è un odore strano, mai sentito prima. Il timore inizia ad offuscarmi la mente.

 

7 Luglio 1883


La tromba dell'' adunata ci ha destati presto questa mattina . Il generale doveva informarci sul furto, da parte degli indiani, di sei cavalli e di trenta chili di carne salata. Sotto ai nostri occhi sono state frustate a morte le due sentinelle a guardia dell’accampamento e i loro corpi, martoriati dalle duecento frustate subite, sono stati lasciati in pasto ai corvi ed ai lupi, mentre noi, dopo aver smontato le tende, ripartivamo. Era la prima fustigazione a cui partecipavo e non è stato affatto piacevole vedere gente conosciuta, che ti è amica, venire frustata così duramente da potergli vedere le costole. Il mio superiore, il tenente Jim Black, accortosi del mio rammarico, mi ha detto: “ E’ la legge della natura, sergente! Non piace neanche a me…, ma…, non ci si può far niente”, per poi tornare al galoppo, come niente fosse, in testa alla colonna di carri e di soldati. 
In quel momento ho capito. Non era detto che non ci si poteva far niente: qualcosa si poteva fare; si poteva disertare. Avevo già progettato la fuga tempo addietro, ma non ero mai andato sino in fondo. Avevo visto uccidere bisonti senza motivo, cacciare tutto ciò che era a tiro senza avere fame e lasciare sporcizia ed escrementi ovunque. Quella fustigazione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Così questa sera, all’ora di cena, quando erano tutti distratti, ho sellato il mio cavallo e, dopo aver rubato del cibo dalle dispense, sono partito verso Sud, verso le terre selvagge… verso la libertà. Un urlo mi scorreva tra le vene: per la prima volta mi sentivo felice. 


[ CONTINUA… ]

Francesco Tacchino



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Pubblicato da Redazione - martedì 17 ottobre 2006 - 15:42:40
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