Cineclub:  Un film può aprirti gli occhi ed insegnare…  

Il mondo degli indiani e quello dei coloni americani nel colossal cinematografico “Balla coi lupi”

Locandina - Balla coi lupiNei Western, gli indiani, i legittimi proprietari del suolo del Nord America,sono stati presentati per molto tempo come cattivi e spietati, mentre i coloni, ovvero i pionieri che si spostavano verso le terre dell' Ovest, come uomini valorosi mossi dal desiderio di”civilizzazione”. In realtà la storia ci dice ben altro, e il bellissimo film "Balla coi lupi" me ne ha dato la certezza.
Questo film, peraltro molto emozionante, mi ha permesso di vedere i fatti storici della conquista del West nella giusta prospettiva. 
Invitata ad esprimere un mio giudizio, ho voluto fissare alcune mie personali riflessioni, che mi piacerebbe voi poteste commentare.

Nel corso dell’Ottocento, lo spirito di conquista e la bramosia di nuove terre del popolo americano ha avuto come conseguenza inevitabile la sopraffazione dei popoli indiani che erano stanziati nelle sterminate praterie del West. Quest’aspetto è ben evidenziato nel film, in cui si vuole rilevare l’esistenza parallela di due mondi molto diversi fra loro: quello "progredito" dei bianchi e quello naturale dei pellerossa.
Come saprete, a seguito della nascita degli Stati Uniti d’America, nel 1787, iniziò la conquista del West: coraggiosi pionieri in cerca di fortuna partivano verso le ignote terre.
Così, nell’arco dei soli 40 anni successivi, si formarono numerose altre colonie e conseguentemente la frontiera americana si spostò sempre più ad ovest. Ciò a danno, naturalmente, delle tribù indigene che là abitavano e che vennero progressivamente sottomesse o addirittura sterminate.
I bianchi parlavano delle tribù indigene come di gente crudele e selvaggia,che non conosceva la pietà, ma questo con corrispondeva sempre al vero, perché molte tribù pellerossa erano pacifiche e pronte al dialogo.
"Non avevo mai conosciuto gente così attaccata alla famiglia e disponibile con gli altri... Una sola parola mi facevano pensare: Armonia”… Queste sono le parole pronunciate nel film da John Damber, il tenente che per scelta aveva voluto essere assegnato all’avamposto più a West per poter vedere la frontiera, prima che essa scomparisse del tutto con l’arrivo dei federali. 
Il suo commento era riferito alla tribù pellerossa dei Sioux, un popolo rispettoso e riconoscente verso natura che li circondava, e che ospitava gli animali con i quali condividevano gli spazi immensi della prateria.
Per i Sioux tutto era puro e sacro,persino le loro famiglie… Si, perché gli Indiani non erano in realtà come li descrivevano gli americani, ovvero non erano vili, barbari, straccioni e sporchi, ma l’esatto opposto. Anzi, nel confronto con essi, erano i soldati americani ad apparire privi di scrupoli e malvagi. 
I bianchi per divertirsi, per mero gioco, uccidevano dei poveri animali e non esitavano, per lucro, per averne la pelliccia, a fare scempi. Come quando nel film lasciano sul freddo terreno centinaia di carcasse di bisonti privati della loro pelle. E' questa una scena veramente commovente, che imbarazza lo stesso protagonista, John per l'appunto, che aveva iniziato a conoscere il mondo vero dei pellerossa . Il tenente sapeva che gli indiani, al contrario dei bianchi, uccidevano solo gli animali che servivano per sfamare la tribù, e dell’animale non sprecavano nulla. 
Un altro dato, che nel confronto con i Sioux , rende i soldati meschini, è la loro mancanza di rispetto per la natura :i soldati la inquinano lasciando sporcizia e spazzatura ovunque durante le loro soste e i loro passaggi; Gli indiani, al contrario, tengono pulito l’ambiente dove vivono , sono riconoscenti dei suoi frutti, e quando cambiano accampamento lasciano ordine e pulizia. Del resto loro non facevano uso di materiali non naturali,come scatolette, vetro e quant’altro... 
Un altro aspetto, molto sottolineato nel film, che rendeva gli indiani speciali rispetto ai bianchi è lo straordinario rispetto che dimostravano l’un per l’altro.
Mi ha toccato il fatto che quando moriva uno di loro, essi gli rendevano omaggio con una serie di riti e canti e poi non ne parlavano più. Forse intendevano rispettarne, con il silenzio, la sua vita terrena. 
Le cose sono diverse quando si parla dei vili soldati: per loro esisteva un capo e se questo non riceveva il giusto rispetto, lo sfortunato che osava esprimergli un dissenso, veniva riempito di bestemmie e alla peggio punito, anche con la morte.
Ovviamente fra gli indiani non vi erano distinzioni: il capo esisteva ,ma era ritenuto uguale al resto del Clan. 
Nel film si fa notare che gli indiani hanno una forte credenza negli spiriti. Per loro ogni cosa ha uno spirito:gli animali,gli oggetti,il vento,il sole…tutto è dotato di un'anima. Ed è per questa ragione che, prima di ogni battaglia o di una battuta di caccia,il gruppo dei Sioux rendeva grazie al Grande Spirito. Si compivano balli, canti e danze attorno ad un grande fuoco e gli uomini si sedevano in cerchio nella tenda e fumavano il “Calumet della Pace”. Si portavano il fumo verso la propria faccia cercando di trovare la forza e la concentrazione giusta per la battaglia. Dalla caccia dipendeva del resto la sopravvivenza del gruppo stesso.
È un peccato che questi popoli e queste culture non ci siano più, perché, a mio parere,ci potrebbero insegnare veramente molto, visto che ormai viviamo nella" generazione dello spreco" e stiamo perdendo, man mano che si va avanti , quei vecchi valori che ci insegnano i nostri nonni e che noi non valorizziamo a pieno.
Perciò io penso che possiamo ancora imparare molte cose da queste tribù indiane , anche solo attraverso un film che di loro parla, soprattutto possiamo apprendere il loro pieno rispetto per le persone più care e per la natura.
Voi che ne dite! Siete d'accordo?

Giulia Colombi



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Pubblicato da Redazione - domenica 22 ottobre 2006 - 15:30:41
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