News: La respirazione [inviato da flautista]
(Categoria: Collaborazioni)
Inviato da Redazione
sabato 14 aprile 2007 - 18:19:30

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La Redazione

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Ho pensato di inviare questo materiale, che ho estratto dalla mia tesi sul canto, che ho discusso l'anno scorso, a fine del percorso abilitante per l'educazione musicale. Molto spesso, i ragazzi non cantano bene anche perchè non respirano bene. Spero che questi consigli possano dare un piccolo aiuto al loro studio a scuola.

 

CAPITOLO 2

Muscoli respiratori

La respirazione consta di due fasi:

Inspirazione, con la quale si introduce aria nei polmoni

Espirazione, con la quale si espelle aria dai polmoni.

Nella descrizione seguente si metterà in evidenza questo aspetto, perché è quello che interessa.

Respirazione tranquilla

Per respirazione tranquilla intendiamo la respirazione esterna (o semplicemente respirazione) cioè quella funzione biologica di assorbire ossigeno e di emettere biossido di carbonio. Il ricambio dell'aria nei polmoni avviene tramite un processo ciclico di inspirazioni ed espirazioni, realizzate attraverso contrazioni e dilatazioni della gabbia toracica.

Respirazione forzata

Per respirazione forzata intendiamo invece quella respirazione che richiede all’organismo una maggiore quantità di ossigeno, per esempio dopo una gara sportiva. Un adulto in normali condizioni fisiche e a riposo compie circa 15-20 atti respiratori al minuto ed inala ad ogni atto circa 500 cc. di aria. Nella respirazione forzata questi valori cambiano notevolmente. Nella respirazione forzata, quando cioè il diaframma si muove in tutta la sua capacità, la quantità di aria "movimentata" arriva a circa 2,8 litri.

Modalità di respirazione

Sono fondamentalmente tre:

Respirazione costale

Respirazione diaframmatica o addominale

Respirazione combinata

Respirazione costale

L'aumento e la diminuzione di pressione all'interno dell'albero respiratorio sono provocati dai movimenti delle coste e dello sterno. I polmoni, infatti, aderendo alla parete toracica interna tramite le pleure viscerale e parietale, li seguono passivamente.

Inspirazione

Fissata la prima costa, le altre sono elevate in avanti e lateralmente. Anche lo sterno, cui le coste si inseriscono, si sposta anteriormente e verso l'alto. Ciò provoca l'aumento dei diametri antero- posteriore e trasverso del torace. Inoltre per l'effetto del sollevamento della gabbia toracica la distanza tra il margine costale ed il pube aumenta, determinando un allungamento dei muscoli addominali. La parete addominale anteriore si appiattisce e talvolta si curva perfino all'indietro, comprimendo i visceri verso la cavità toracica e determinando un comportamento paradossale del diaframma che risale nella fase inspiratoria, per questo si ruba spazio all'aria e si ha una sensibile diminuzione di ventilazione polmonare.

Espirazione

Avviene in modo passivo per decontrazione dei muscoli inspiratori che agiscono sulla gabbia toracica.

Respirazione diaframmatica o addominale

Per ottenere questo tipo di respirazione bisogna immobilizzare la gabbia toracica fissando le coste per mezzo dei muscoli dentati posteriori superiore ed inferiore e dei muscoli intercostali. La respirazione si svolge allora grazie ad un gioco combinato di contrazione e di decontrazione del diaframma e della muscolatura addominale.

Come avviene la respirazione diaframmatica

Innanzi tutto una premessa: poiché il diaframma è per natura un muscolo inspiratore (che esplica cioè la sua funzione attiva nella fase di inspirazione), la respirazione diaframmatica in senso stretto riguarda essenzialmente questa fase. Per convenzione tuttavia questa definizione è globalmente applicata all'atto respiratorio completo. Ora, dopo aver visto il comportamento del diaframma nelle due fasi contrazione-rilassamento, esaminiamo le connessioni fra il diaframma e la respirazione. Contraendosi (cioè abbassandosi), il diaframma lascia libero uno spazio sovrastante: ma si è visto che sulla volta diaframmatica sono poggiate le basi dei polmoni. Essendo costituiti da materiale estensibile (gli alveoli), i polmoni possono espandersi in tutte le direzioni. Quindi la base dei polmoni si espande occupando lo spazio lasciato libero dall'abbassamento del diaframma, richiamando automaticamente o passivamente aria verso il basso. Durante questa fase addominale e passiva dell'inspirazione, è introdotta l'aria cosiddetta respiratoria, che è quella normalmente usata per le funzioni vitali. Nella pratica vocale, questa prima fase è solitamente completata dalla fase infero-costale. In essa, il sollevamento volontario delle ultime costole (le fluttuanti) da un lato libera completamente il bordo diaframmatico, consentendone il totale appiattimento, dall'altro provoca lo spostamento in avanti della parte inferiore della gabbia toracica. Si ha così l'espansione massima dei polmoni con l'introduzione dell'aria complementare. A questa fase corrisponde, anche visivamente, l'espansione della zona dorso-lombare. Questa azione combinata passiva/attiva, addominale/infero-costale, rende possibile l'introduzione della quantità massima di aria senza creare le tensioni muscolari riflesse che accompagnano i tipi di respirazione apicale e toracica. La condizione di rilassamento in cui si viene a trovare la muscolatura addominale permette altresì il passaggio migliore alla fase di espirazione, corrispondente all'emissione. Anch'essa si compone di due momenti, uno passivo e uno volontario. Nella respirazione normale si effettua quasi solo il primo, con il rilassamento degli intercostali e conseguente uscita automatica dell’aria respiratoria. L'espirazione completa dell’aria contenuta nei polmoni, compresa l'aria di riserva, avviene, però per mezzo della contrazione attiva degli addominali, che con procedimento inverso rispetto all'inspirazione risospingono il diaframma verso l'alto. In tal modo il diaframma, che contemporaneamente si rilassa, funge da stantuffo nei confronti dei polmoni, comprimendoli e provocandone lo svuotamento. La contrazione degli addominali può essere dosata con molta precisione; la combinazione controllata dei due momenti dell'espirazione può consentire risultati assai soddisfacenti nel senso di un utilizzo prolungato nel tempo dell'aria immagazzinata. Operatività della respirazione diaframmatica

Una descrizione teorica della respirazione diaframmatica è fatalmente destinata a rimanere nelle secche dell’astrattezza e a produrre modesti risultati pratici. Tuttavia alcune precisazioni relative a quanto esposto finora e una schematizzazione della sequenza operativa potrà per lo meno preparare il terreno alla necessaria realizzazione pratica. I punti fermi da cui partire sono due:

  • Il completo rilassamento di tutti i muscoli del tronco,

dalle spalle al torace alla zona addominale, il che costituisce condizione necessaria, ancorché non sufficiente, per effettuare la respirazione diaframmatica; infatti l'inspirazione passiva, che come si è visto è basilare, avviene spontaneamente con il semplice rilassamento degli addominali al termine dell'espirazione

  • La localizzazione del diaframma e l'individuazione delle sue funzioni.

Esistono almeno due fenomeni naturali che servono egregiamente allo scopo: lo sbadiglio e il colpo di tosse. Nello sbadiglio si ha l'esemplificazione perfetta dell'inspirazione completa nelle sue due fasi, prima passiva (addominale), poi attiva (infero-costale). Lo stesso si può dire per lo starnuto, in cui a questa doppia fase inspiratoria segue l'espirazione, dovuta all'azione intensa e rapida degli addominali, di una grande quantità d'aria. Nel colpo di tosse si ha un interessante esempio di espirazione aiutata dal diaframma: l'aria espirata è relativamente poca ma espulsa con grande energia. Partendo da questi punti fermi, si seguirà un percorso specificamente mirato all'acquisizione della tecnica respiratoria ottimale:

  • Mantenimento della condizione corporea più idonea

  •  Padronanza dell'inspirazione passiva

  • Aggiunta dell'inspirazione attiva senza il coinvolgimento (contrazione) della parte superiore del torace e del collo

  • Padronanza dell'espirazione passiva e suo sfruttamento completo

  • Dosaggio dell'espirazione attiva attraverso il controllo degli addominali.

Respirazione combinata

Nella pratica difficilmente si usa esclusivamente un tipo di respirazione, ma le due respirazioni combinate. L'individuo si avvale dell'una e dell'altra in diversa misura, secondo la forma del torace, l'inclinazione delle coste, la posizione del diaframma, le richieste di ossigeno da parte dell'organismo nelle diverse circostanze. Nelle condizioni di maggior efficienza la parte addominale della respirazione si svolge secondo le modalità descritte; la parte costale si svolge invece con accentuazione del sollevamento delle coste inferiori e riduzione del dislocamento verso l'alto della gabbia toracica nel suo complesso. E' opinione corrente che la donna respiri con le coste e l'uomo con l'addome. Sarebbe più esatto dire che la donna respira prevalentemente con le coste e l'uomo prevalentemente con l'addome. Questa differenza è rilevabile solo nel respiro tranquillo, mentre nell'iperventilazione il respiro diventa per tutti di tipo costale. La diversità di comportamento respiratorio tra uomo e donna è dovuta ad una maggiore obliquità in basso delle coste femminili. Nei maschi longilinei, in cui ritroviamo una situazione costale analoga a quella delle donne, si riscontra, infatti, la stessa prevalenza della respirazione costale.



(Tesi depositata. Ogni utilizzo illecito verrà punito a norma di legge)

Inviato da flautista




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