Maremoto: alcune riflessioni  

Il termine apocalisse riferita allo tsunami merita una piccola riflessione. Per una volta vorremmo non indicasse una distruzione totale di un ambiente o delle persone, ma un cambiamento di mentalità. Quei paesi, le cui bellezze sono state spesso sfruttate e sciupate così come troppo spesso sono stati sfruttati i suoi abitanti, meritano di essere considerati e apprezzati con occhi nuovi. Si è detto che lo tsunami ha rivelato un aspetto positivo di un mondo ormai globalizzato e interdipendente: la solidarietà, a doppio senso, se si vuole. Da un lato, l'aiuto di tutto il mondo verso quegli stati, dall'altro le premure degli abitanti locali verso i turisti stranieri che avevano bisogno di cibo e di soccorso. Questo ci fa riflettere sulla profonda verità delle seguenti parole che abbiamo trovato recentemente in un messaggio su Internet:

"Perché lo tsunami sia veramente apocalittico deve insegnarci che la bellezza della natura va gustata e rispettata non usata e consumata, che il tempo del riposo e della vacanza deve ricreare una condizione di serenità e di rispetto dell'altro e della sua cultura, che il lavoro di ogni uomo va adeguatamente retribuito e non sfruttato.
Lo tsunami ci deve insegnare che non esistiamo noi e loro:
noi ricchi, loro poveri,
noi fortunati, loro disgraziati,
noi del 1° mondo, loro del terzo,
noi cittadini, loro stranieri.
A noi i diritti, per loro i doveri,
noi più civili, loro più arretrati,
noi più intraprendenti, loro più rassegnati
noi padroni, loro schiavi,
non esistiamo noi e loro
ma solo noi, TUTTI INSIEME."
(cit. dal testo di Gianluigi Pussino)

La redazione de La Talpa



Pubblicato da Redazione - 08/02/2005 - 18:14
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