Una giornata al Mottarone  

Alba del 24 febbraio 2005: la giornata sulla neve tanto attesa, era finalmente arrivata.
Alzandomi dal letto, senza protestare al suono della mia sveglia, mi sentivo tutto eccitato, per via della gita in montagna e della neve che ci aspettava. Giunto davanti alla mia scuola, mi ritrovai con tutti i miei compagni, che portavano tute pesanti e doposcì.

Arrivati i due pullman ci accalcammo tutti verso l’entrata del mezzo, che avrebbe in realtà trasportato le seconde e le terze, finché arrivarono le proff. che c’indicarono il pullman giusto, riservato a noi alunni di prima. Il viaggio fu piacevole, superata la zona di Borgomanero ci dirigemmo verso il Mottarone. Ad un certo punto la strada iniziò a salire. Fin dai primi tornanti, si poteva ammirare uno splendido panorama con al centro il brillante lago d’Orta. Arrivati sulla montagna, e scesi dai pullman, la natura ci regalò un paesaggio incantato con la bianca neve che cadeva dal cielo. All’improvviso una pungente aria d’inverno c’investì, facendoci provare i primi brividi dell’alta montagna.
Subito ci organizzammo per le diverse attività, prendendo a noleggio l’attrezzatura da sci.
La maggioranza di noi aveva scelto di prendere lezioni di sci, mentre i ragazzi già esperti andarono a sciare per conto loro. Durante la lezione ci furono molte cadute, ma noi ci divertimmo un mondo. In pista trovai un mio vecchio compagno di classe, proveniente dalla scuola di Suno; infatti, a questa gita partecipavano gli alunni di tutte e tre le Scuole Medie del nostro Istituto. La lezione durò dalle 10.00 alle 12.00. Finalmente c’incamminammo verso il rifugio che faceva anche da ristorante. Qui ci fu servito il pranzo, a base di polenta, tapulone, spezzatino, il tutto coronato da una bella fetta di torta. Al pomeriggio non si poteva più sciare, e quindi un signore del Soccorso Alpino, sempre sotto la fittissima neve, ci parlò delle operazioni di salvataggio.
Dopo la lezione, giocammo a palle di neve e a scendere dalla collina con alcune tavole che scivolavano sulla neve. I pullman sarebbero arrivati alle 16.00; così noi dalle 14.00 fino all’orario di ritorno, giocammo senza accorgerci che il tempo stava passando velocemente: eravamo troppo coinvolti dal nostro grande divertimento per pensare ad altro. Alle 16.00 i professori ci chiamarono per prepararci al ritorno. Una volta saliti sui pullman, rilassandoci, ci rendemmo conto di quanto eravamo stanchi e affaticati. Dopo circa un’ora, arrivammo a scuola e ritrovammo i nostri genitori. In macchina ricordavo la neve e la magnifica giornata trascorsa; sorridevo soddisfatto, pensando che mi sarebbe piaciuto ritornare in quel luogo con la mia famiglia.



Andrea Ecchioni



Pubblicato da Redazione - 24/03/2005 - 19:02
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