LA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II  

Sabato 2 aprile, alle ore 21.37 si è spento a Roma, dopo una lunga agonia, il Papa.
Salito al soglio pontificio nell’anno 1978, avrebbe tra breve raggiunto i 27 anni di pontificato, ma non ce l’ha fatta.
I traguardi importanti, mai conseguiti da nessun altro papa prima di lui, sono stati molti, e primo tra tutti l'aver voluto comunicare con tutte le religioni del mondo. E' entrato nelle moschee e nelle sinagoghe, ha varcato i confini dei paesi non cattolici, per trovare valori comuni da condividere.


Della sua morte, che ha commosso il pianeta, ne è stata data notizia da tutte le televisioni del mondo e in tutte le lingue.
Per visitare la salma e dare al Pontefice un ultimo saluto, migliaia di fedeli sono accorsi a Roma.
Per vedere il "Grande" Giovanni Paolo II, i pellegrini hanno atteso ore e ore, formando una coda ininterrotta che andava da Piazza Risorgimento, fino a Piazza San Pietro .
Roma si è mobilitata al meglio per questo evento, allestendo dei letti per la notte e offrendo ai fedeli dei pasti caldi e delle bottigliette d’acqua.
Il fatto che maggiormente ci ha colpito è la presenza numerosa dei giovani, che da ogni dove sono giunti a cantare e pregare per lui, oltre ai messaggi che continuamente vengono inviati da tutte le parti del mondo per ricordarlo.
Anche noi per ricordarlo, domani, durante il funerale, ci raccoglieremo per un momento di preghiera.

Fontaneto, 7.04.2005

Paolo Castaldi e Simone Tacca



UN MESE CARICO DI EMOZIONI

Solo un mese fa l'Italia e Roma piangeva la triste sorte di Nicola Callipari, il funzionario del Sismi che ha dato la vita per salvare quella di Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Iraq il 4 febbraio scorso.
Allora mi aveva commosso l'atto rispettoso del nostro Presidente che accoglieva la salma all'aeroporto di Fiumicino adagiando le sue mani per 10 minuti sul feretro, quasi volesse abbracciarlo.
Per la sorte della giornalista migliaia di persone si erano mobilitate in piazza con striscioni della pace.
In quei giorni il Papa non stava già bene, nonostante ciò, con il volto segnato dalla sofferenza, non aveva dimenticato un appello, una preghiera per la nostra connazionale.
Ora a pregarlo siamo noi. Non potrò mai dimenticare quegli occhi sinceri e profondi, carichi di sentimenti, che sino alla fine hanno espresso ciò che la voce non era più in grado di proferire.

Giulia Colombi

Pubblicato da Redazione - 12/04/2005 - 19:08
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