Le avventure della Talpa: IL FURTO NEL CASTELLO DI WINDSOR  

Il sig. Talpa arrivò nell'ufficio della redazione alle otto del mattino e fu subito avvisato di un viaggio che doveva compiere in Gran Bretagna, al fine di scrivere un servizio sulle nozze del principe Carlo con Camilla. Il viaggio fu fissato per i primi giorni d’aprile, il sig. Talpa avrebbe raggiunto Londra in aereo. Arrivò in Gran Bretagna il giorno prima delle nozze, l'8 Aprile per l'appunto, e si sistemò in un albergo per passarvi la notte. Non a caso l'albergo era situato nei pressi del castello di Windsor, dove si sarebbero celebrate le nozze.

Arrivato il fatidico 9 Aprile, tutto era predisposto per la cerimonia, mancavano un paio d'ore al suo inizio ma la folla in attesa fuori della residenza reale era molta. La cerimonia si sarebbe svolta prima con un rito civile al municipio di Windsor, poi sarebbe proseguita con un ricevimento nel giardino del castello, a questo avrebbero partecipato un ristretto numero di parenti e qualche personaggio politico.
Mancava mezz'ora alla celebrazione e il sig. Talpa era già pronto per il grande evento. Indossava uno smoking nero e aveva con sé il suo blocchetto, con le domande scritte da fare agli sposi. Il matrimonio sarebbe iniziato alle dieci e trenta e lui, impeccabile e puntuale come sempre, entrò nella sala del municipio una decina di minuti prima e, dopo aver omaggiato con un solenne inchino gli sposi, andò a sedere circa a metà della chiesa. Prima dell'inizio, da bravo giornalista, cominciò ad annotare sul suo blocchetto com'era addobbato il municipio e anche com'era fatto al suo interno. Solo allora notò che, seduto accanto a lui, c'era un uomo dall'aria sospetta che, secondo il suo infallibile intuito, sembrava avere in mente qualcosa. Cominciò a parlare con lui: gli chiese il nome e dove abitasse, solo per curiosità. L'uomo si chiamava Mark e abitava al n° 22 di "Green Street".
Dopo tre ore di cerimonia solenne finalmente Carlo e Camilla erano diventati marito e moglie, subito gli sposi si trasferirono nel Castello, dove, nei giardini, fu offerto uno splendido rinfresco. Gli invitati erano circa 700. Le spese per questa festa furono sostenute dalla regina Elisabetta, la madre dello sposo, che aveva optato per un ricevimento in piedi, dove gli ospiti potevano servirsi da soli. Nel giardino c'era anche un'orchestra che suonava. Durante lo svolgimento del rinfresco, un invitato, di cui al momento nessuno seppe indicare l’identità, si assentò, introducendosi all'interno del castello per uno scopo ben preciso: rubare la collana appartenuta a Lady Diana. Il gioiello era conservato nella camera del principe, dentro una teca di cristallo in cui erano custodite le cose più care delle famiglia. Questa collana era chiamata "il cuore dell'oceano", perché possedeva un valore altissimo ed aveva incastonata una perla azzurra a forma di cuore.
Il ladro, giunto nella stanza, estrasse dalla tasca un martello e, con un colpo ben deciso spaccò la teca; poi, prese la collana che gli interessava e la mise in un sacco dimenticando il martello del quale si era servito. Scendendo per le scale con il bottino, incrociò un servitore che gli chiese che cosa avesse nel sacco. Il ladro, per paura di farsi scoprire, non rispose, e corse a gambe levate giù per le scale. Subito dopo, il servitore si recò in giardino ad avvisare del furto gli sposi e gli invitati. Il sig. Talpa, udendo quella notizia, decise di chiamare la polizia di Scotland Yard. Arrivati sul posto i poliziotti fecero descrivere al servitore l’identikit del ladro da lui visto; poi esaminarono le impronte digitali lasciate sul martello e dopo un paio d'ore scoprirono che risultavano appartenere ad un uomo di nome Mark Edison. Subito, sentendo quel nome, il sig. Talpa, si ricordò che il ladro poteva essere la persona che aveva parlato con lui prima della cerimonia. Gli sposi non si ricordavano se il suo nome comparisse nell'elenco degli invitati, così decisero di controllare e si accorsero che quel nome non faceva parte della lista. Dunque, quella persona si era intromessa nella cerimonia solo per rubare la collana.
Cominciarono le indagini da parte dei poliziotti e del sig. Talpa su Mark. Il ladro, secondo il sig. Talpa si era mostrato poco furbo, perché gli aveva confidato dove abitava proprio poco prima di compiere il furto. Il sig. Talpa riferì l'indirizzo ai poliziotti, così si recarono tutti in Green Street. Giunti sul luogo non ebbero difficoltà a trovare il presunto ladro, che stava tranquillamente in casa, e gli chiesero i documenti per accertarsi che lui fosse Mark Edison. Da un controllo attento dei documenti personali, risultò che la persona fermata non era Mark Edison ma si chiamava Eric Edison: era il fratello gemello di Mark! Il sig. Talpa interrogò Eric e cercò di convincerlo a dirgli dove fosse suo fratello ma lui si rifiutava di collaborare, allora i poliziotti gli spiegarono che se non avesse rivelato il nascondiglio di Mark, sarebbe andato nei guai. Eric non cedette, così gli agenti e il sig. Talpa, dopo inutili tentativi tornarono in ufficio. Il sig. Talpa chiamò suo figlio, Vistalunga per informarlo del fatto, consultandosi con lui; Vistalunga suggerì al padre di aspettare, perché magari il ladro si sarebbe fatto vivo. Il sig. Talpa, allora, decise di rimanere in albergo per qualche giorno, in attesa di sviluppi.
Il mattino seguente arrivò una telefonata della polizia che informò il nostro giornalista di come si era risolto il caso. Mark era stato convinto da Eric a pentirsi del suo gesto e a riconsegnare il gioiello alla polizia. Perciò si era recato personalmente in commissariato e aveva confessato il furto, spiegando di essere un fan della Principessa Diana e che voleva tenersi quella collana come suo “ricordo”. Chiarito il mistero, il responsabile venne arrestato. Il sig. Talpa, ancora una volta, aveva sospettato della persona giusta e per questo, come premio, ricevette una cospicua somma di denaro da parte del principe Carlo e della consorte Camilla.


Valentina Cerri e Simona Zanetta

Pubblicato da Redazione - 21/04/2005 - 19:36
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