Vi presentiamo il Progetto "OLTRE I CONFINI"  

VI PRESENTIAMO IL PROGETTO


Nel presente anno scolastico diverse classi delle scuole medie di Suno, Fontaneto e Momo hanno partecipato ad un progetto promosso dall’Istituto Comprensivo dal titolo “Oltre i Confini”. Il lavoro si propone l’obiettivo di porre l’attenzione sulle trasformazioni in atto nella nostra società attuale, che si sta gradatamente aprendo a nuovi popoli e culture. Nello stesso tempo, la ricerca, andando a ricostruire le vicende dell’emigrazione dei nostri antenati all’estero, vuole far prendere consapevolezza di come la storia dei popoli sia sostanzialmente storia di movimenti e di incontri, non sempre facili e immediati ma inevitabili, tra diverse realtà che, con il tempo, sono destinate a compenetrarsi e a creare a qualcosa di nuovo, arricchendosi a vicenda.


Ogni classe dell’Istituto ha sviluppato un aspetto diverso del vasto argomento, scegliendo i metodi di lavoro e le attività a sé più congeniali. Le prime e le seconde hanno curato in particolare il tema dell’immigrazione di persone straniere in Italia; in diverse classi, soprattutto dove sono inseriti ragazzi originari di altri Stati, è stato possibile conoscere meglio i loro paesi di origine, la loro cultura, le loro tradizioni, aiutandosi anche con i racconti stessi dei ragazzi. Si è quindi privilegiato il canale della tradizione narrativa, scegliendo di analizzare e, in alcuni casi, di rappresentare con una drammatizzazione musicale alcune fiabe originarie dei diversi Paesi stranieri rappresentati nel nostro Istituto. In alcune classi, si è lavorato anche sul concetto di integrazione dei diversi popoli e sulle difficoltà concrete che le persone straniere trovano nell’inserimento in una nuova realtà. Le classi terze hanno affrontato, invece, il tema dell’emigrazione Italiana, che tra Ottocento e Novecento, ha toccato anche i nostri paesi. Numerose risultano essere le persone, costrette dalle precarie condizioni economiche a lasciare i propri cari, affrontando i rischi di un mondo sconosciuto, per iniziare una nuova vita, magari Oltreoceano. Il lavoro ha potuto mettere in luce non solo la drammaticità dell’esperienza di allora, ma soprattutto il conseguente sviluppo di nuove realtà, oggi consolidate, nelle terre d’emigrazione. Nel caso di Fontaneto, la ricerca è venuta ad intrecciarsi con un'altra iniziativa relativa all’emigrazione, promossa dagli enti locali e nata dai contatti tra il Comune e la cittadina di Necochea, in Argentina, fondata da famiglie Fontanetesi, i cui discendenti hanno avvertito l‘esigenza di risalire alle proprie origini.
Tutto il lavoro è stato raccolto in un CD, in modo che ogni aspetto della ricerca non vada perduto e tutti abbiano l’opportunità, nel tempo, di conoscere quanto realizzato dalle varie scuole. [v. link]

Le realizzazioni teatrali, messe in scena dai ragazzi delle tre scuole, saranno presentate in un’unica serata che si terrà a Fontaneto il 14 giugno, alle ore 21 presso il Palatenda della Proloco.


Lasciamo ora la parola ai ragazzi delle diverse classi della nostra scuola per un resoconto più dettagliato e personale.

“ Oltre i confini” è un progetto che abbiamo iniziato quest’anno scolastico, e che vede coinvolte varie classi dell’Istituto Comprensivo. Il tema oggetto di ricerca è quello dell’immigrazione e dell’emigrazione.
Noi alunni delle classi terze ci siamo occupati dell’emigrazione dei nostri compaesani Oltreoceano.
Prima di cominciare, le nostre professoresse sono entrate negli archivi municipali ed hanno estrapolato tutti i nomi di coloro che erano emigrati in altri paesi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Noi alunni, successivamente, abbiamo trascritto tutti i nomi degli emigrati al computer, facendo un ordine ben preciso, indicando chi erano i loro genitori, i nomi di possibili fratelli o sorelle, cugini, dove erano nati, dove abitavano, in quale luogo erano emigrati e con chi. Sono stati quindi intervistati alcuni parenti delle persone immigrate, tuttora abitanti a Fontaneto, e raccolte delle testimonianze.
Il lavoro non si è svolto solo al computer, ma anche in classe, per esempio traducendo delle lettere scritte in lingua spagnola, confrontando dei dati e leggendo delle ricerche e tesi d’altri studenti su questo argomento. Alla fine, abbiamo elaborato cartine e grafici che riassumessero i dati in modo chiaro, facile da comprendere.
Il laboratorio teatrale ha poi elaborato un copione ispirato ad alcune delle storie di emigrazione raccolte, è nato così uno spettacolo teatrale dedicato all’emigrazione in Argentina, che vede impegnati anche gli alunni del laboratorio musicale per la parte dedicata alle musiche e alle danze.

Nell’ambito del progetto “Oltre i confini”, noi alunni di seconda A e B abbiamo svolto delle attività guidati dalle nostre insegnanti mirate a promuovere il concetto di “meticciato” culturale come educazione alla pace, alla solidarietà, pur nel rispetto delle differenze. Per prima cosa abbiamo espresso le nostre opinioni su una società multiculturale come quella in cui viviamo. La maggior parte di noi ha pronunciato pareri positivi sul fatto di vivere in un mondo dove convivono culture differenti; parecchi di noi credono che l’interazione con persone che hanno usi, abitudini, credenze, lingua diverse consenta di allargare i propri orizzonti e di abituarsi ad instaurare relazioni sociali corrette e solidali. Per aiutarci a riflettere sull’accettazione delle diversità e su alcuni stereotipi e luoghi comuni che caratterizzano l’essere straniero, le insegnanti ci hanno proposto la visione di alcuni film: Chocolat, Balla Con i Lupi, Train de vie e infine Io non ho paura. Il tema di fondo, al di là delle singole storie raccontate, ci è parso quello del viaggio, non necessariamente come spostamento verso un luogo, ma inteso come viaggio verso una nuova identità, frutto proprio dell’incontro con l’altro, con il diverso da sé. Abbiamo capito che confrontarci con situazioni di grande diversità non è facile; anzi, è molto conflittuale, ma siamo anche riusciti a comprendere che il superamento del conflitto avviene nel momento in cui si riesce a mettersi nei panni dell’altro, a guardare con i suoi occhi e sentire con il suo cuore. Decentrarsi, in altre parole uscire dal proprio centro, che poi è il proprio punto di vista, il proprio modo di guardare le cose, è stato un esercizio significativo per noi. Abbiamo provato ad immedesimarci, per un momento, nella situazioni di molti adolescenti stranieri che sono costretti ad emigrare, per le difficoltà incontrate nei loro Paesi. E’ stato difficile, anche perché ci siamo accorti di quanti luoghi comuni e pregiudizi guidano il nostro pensiero. Dalle situazioni immaginate, abbiamo sviluppato dei racconti scritti e pensiamo che servano a tutti per riflettere su questioni che sono ormai di così grande interesse.

Nelle classi prime sono presenti tre compagni provenienti rispettivamente dall’Albania, dal Marocco, dalla Moldavia. Naturalmente ci siamo fatti raccontare come è vita nel loro paese d’origine, quali differenze hanno trovato a venire in Italia e come si trovano da noi. Una cosa molto interessante è stato ascoltare i suoni delle loro lingue, che noi non conosciamo, questo ci ha fatto capire come devono essersi sentiti loro quando sono arrivati qui, senza capire nulla d’italiano. In classe, lavorando sulla genere della fiaba, abbiamo provato a vedere se alcune narrazioni europee si trovano anche in altri stati del mondo. Abbiamo così scoperto che esiste una storia di Cenerentola di origine, araba, una albanese, una vietnamita e una cinese, ma siamo sicuri che con po’ di pazienza ce ne saranno tante altre. Noi abbiamo analizzato le diverse storie di cenerentola e ci siamo accorti che la trama era sempre simile, ma molti particolari cambiavano secondo il Paese; essi riflettevano, infatti, la tradizione, le abitudini e la cultura dei diversi popoli. Ad esempio nella fiaba araba si descriveva molto bene il rito del matrimonio, in quella cinese si dava molta importanza al riso ed alla saggezza, per gli albanesi era fondamentale tenere fede alla parola data. Abbiamo così capito che ogni fiaba illustra il pensiero e la cultura del popolo che la racconta. Abbiamo quindi raccolto, insieme alle testimonianze dei nostri compagni, anche alcuni dei racconti che loro si ricordavano o che abbiamo trovato su libri tradotti dai loro paesi d’origine.

Paolo Castaldi, Simone Tacca, Carlotta Tacchino, Ilaria Zola, El Moudden Mariwon



vedi anche articolo su CORRIERE DI NOVARA »



Pubblicato da Redazione - 06/06/2005 - 01:42
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