Un viaggio nell'immaginazione - di Ilaria Zola e Carlotta Tacchino  

UN VIAGGIO NELL'IMMAGINAZIONE
Racconto di Carlotta Tacchino & Ilaria Zola



Rory svegliati, su dai! Non ricordi che giorno è oggi? Dobbiamo andare con lo zio Matthew in vacanza!!
Sembrava proprio che quella mattina mia sorella non si volesse alzare dal letto … dopo varie suppliche, Rory si svegliò, si vestì, fece l’ultima valigia in fretta e finalmente fummo pronti per partire...
Verso le 7.30, l’ora prevista per la partenza, lo zio Matthew venne a prenderci a casa e, dopo poche ore, eravamo già sulla meravigliosa nave “Costa Crociere”, che ci avrebbe portato a navigare lungo le coste del Canada, per due settimane. Tutti eravamo contenti per la vacanza a parte Rory che avrebbe preferito starsene a casa con le sue “amichette”.
Fortunatamente era una bella giornata, molto soleggiata; appena saliti sulla nave, indossai il costume e corsi a tuffarmi in piscina… Ah, che goduria!!!
Lo zio e Rory si limitarono ad appoggiare le valige e a guardare il sorprendente panorama. La giornata trascorse velocemente. Dopo aver consumato un abbondante pranzo, io e Rory ci recammo ad assistere ad uno spettacolo in prima serata, mentre lo zio, stanco del lungo pomeriggio, si appisolò nel morbido letto della sua cabina. Dopo lo spettacolo, assonnati, Rory e io rientrammo nelle nostre camere. Ci addormentammo senza fatica ma, circa tre ore dopo, ci svegliammo improvvisamente a causa di un enorme botto, ci precipitammo a vedere cosa fosse successo. Sul ponte, tutti i passeggeri sembravano terrorizzati alla vista di un grosso veliero nero che si muoveva nell’oscurità… All’inizio avevamo qualche perplessità poi, guardando meglio, dall’aspetto minaccioso dell’imbarcazione e dalla bandiera nera con il famoso teschio, arrivammo a dedurre che si trattava di una nave pirata. Ebbene sì, anche nel ventunesimo secolo, con una certa dose di sfortuna o d’inventiva, una tranquilla imbarcazione da crociera può correre il rischio di imbattersi nei temibili pirati, un tempo incontrastati padroni di tutti i mari!
Noi tutti non sapevamo cosa fare: eravamo come pietrificati! Intanto la nave dei pirati ci raggiunse e spinse la nostra contro un grosso scoglio. L’urto fu tremendo e nell’impatto molti di noi perdettero i sensi. Ci risvegliammo la mattina seguente, sotto i caldi raggi del sole e ci accorgemmo di essere stati misteriosamente catapultati sulla spiaggia di un’isola apparentemente deserta. Sia io che Rory e lo zio eravamo illesi, così, nonostante fossimo tutti e tre spaventati, c’inoltrammo nell’interno alla ricerca di una presenza umana. Camminavamo da molto, oramai dovevamo trovarci verso il centro dell’isola, quando notammo una gazza che sembrava sorvegliare l’ingresso di una grotta… Sì, dall’atteggiamento, doveva essere proprio una gazza guardiana. Ci domandammo cosa mai sorvegliasse la gazza. Sorprendentemente l’uccello, quasi avesse capito i nostri dubbi, ci disse: “Se volete entrare in questa parte misteriosa dell’isola Eracumba, dovete risolvere tre indovinelli, ma badate, nessuno è mai riuscito a sorpassare questa soglia e chi è entrato non ne è mai uscito vivo.” Incuriositi e, al tempo stesso meravigliati, accettammo. La gazza parlò di nuovo e ci presentò i tre indovinelli che fortunatamente lo zio, professore di lingue antiche riuscì a risolvere abbastanza agevolmente. Così, grazie alle sue conoscenze, riuscimmo ad entrare nella grotta. Sapete cosa si presentò davanti a noi? Un enorme bosco d’abeti, vecchi anche più di cento anni… Cosa voleva nascondere e proteggere la gazza in un vecchio bosco? Questo era proprio un mistero che ormai noi eravamo determinati a scoprire. Così Rory, lo zio ed io ci inoltrammo nel bosco. Qui, ad un certo punto, i nostri occhi si riempirono di stupore alla vista di un’enorme cassa straboccante d’oro: era una meraviglia!!!! Rory e lo zio Matthew si gettarono subito su quegli oggetti preziosi, mentre io posai l’attenzione su uno strano ciondolo luccicante, posto al centro di un altro baule più grosso. Stupefatto lo raccolsi, ma, proprio in quell’istante, la terra iniziò a tremare. Presi in fretta il ciondolo, chiamai lo zio che “nuotava” in quell’incanto dorato insieme a Rory. Mia sorella aveva 16 anni ma, per la sua età, era molto “stupida” e non capiva che la grotta stava per saltare in aria! La trascinai via rapidamente; mentre stavamo scappando, incontrammo le persone che non avremmo voluto vedere per nessuna ragione al mondo: i pirati… Erano creature malvagie, assetate di potere e di ricchezza. Ci catturarono e presero tutto ciò che avevamo con noi: i gioielli e la medaglietta che avevo raccolto e che credevo fosse la causa dell’improvviso terremoto. Mentre ci legavano e imbavagliavano, sentimmo due pirati, uno dei quali doveva essere il capo, parlare del loro piano di fuga. Capii solo alcune parole mentre dicevano: “Dobbiamo sbrigarci prima che arrivi il Vento Mickael, che distruggerebbe il nostro veliero!”
I pirati se ne andarono così di fretta da lasciare in terra la medaglietta che mi avevano sottratto. Vi chiederete chi ci venne in aiuto in quel frangente. Fu la gazza guardiana, accompagnata dal vento Mickael. Il vento soffiò così forte che slegò le nostre funi con l’aiuto della gazza, dopodiché Mickael si affrettò a raggiungere il veliero dei pirati e scatenò una tempesta. Ringraziammo di cuore Mickael e la gazza e io presi quella fantastica medaglietta e me la misi al collo. Mentre stavo ancora festeggiando per lo scampato pericolo, mi risvegliai nel morbido letto della nave. La medaglietta era legata al mio collo, però tutto il resto era svanito. Che fosse stato solo un sogno?


Carlotta Tacchino & Ilaria Zola

Pubblicato da Redazione - 23/06/2005 - 12:30
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